“La verità sull’infanzia è impressa nel nostro corpo e vive nella profondità della nostra anima, che non dimentica. Il bambino ferito e smarrito si nasconde, nel tempo sarà il nostro corpo a pagarne il prezzo.” Caterina
Il trauma letteralmente significa “ ferita”, una ferita profonda che può creare alterazioni permanenti nella chimica del cervello e nella fisiologia del corpo. Anche un’esperienza apparentemente banale o scontata può diventare un trauma per un bambino, più è precoce la fase in cui viene vissuto l’esperienza traumatica maggiori sono gli effetti riportati, a breve, medio e lungo termine. Effetti tali da rendere particolarmente difficile intraprendere il viaggio della vita, prendersi cura di sé, sentire un senso di benessere mentale, possiamo perfino dimenticare di avere dei confini corporei personali, (Leggi l’articolo sui confini cliccando qui) soprattutto se il bambino subisce l’evento traumatico dalle persone da cui si aspetta sostegno, protezione e amore. Una sofferenza che viene conservata nella memoria implicita creando nel tempo sintomi di ogni tipo.
Ferenczi paragona l’esperienza traumatica in un bambino, come a un attacco improvviso in piena notte mentre la persona dorme tranquilla, impreparata e non può difendersi affermando che, non c’è trauma, shock né spavento che non abbia come conseguenza la frammentazione della coscienza di sé, della capacità di agire e di pensare in difesa del proprio Sé, suggerendo che, l’amnesia non è sempre frutto di rimozione e repressione, ma può essere determinata dalla dissociazione. (Diario clinico: 1931, p. 61- 1934, p.101- 1932b, p.103).
Il dr. Peter Levine e la dr.ssa Maggie Kline, affermano che la nostra cultura impone traumi dolorosi e umilianti ai bambini in molti modi inconsapevoli, causati da antiche inconsapevolezze, da pratiche di nascita inutilmente intrusive e tecniche pedagogiche istituzionalizzate e meccaniche, ai casi di divorzio in cui i bisogni emotivi del bambino si perdono nell’angoscia reciproca dei genitori che, nella gran parte dei casi, tendono a trascurarne gli effetti.
Molti studi dimostrano che l’esposizione prolungata a eventi sfavorevoli durante l’infanzia sono sempre più diffusi (American Psychological Association, 2008, Finkelhor, Turner, Shattuck, Hamby e Kracke, 2015). Quello che negli ultimi decenni è stato appurato è che gli effetti dell’evento traumatico, occorso nella fase precoce della vita, risulta essere particolarmente pervasivo e complesso rispetto a quelli che si verificano nella fase adulta, come complesse risultano essere anche le modalità di adattamento e le reazioni. In particolare, è stato dimostrato che i traumi interpersonali hanno effetti più profondi rispetto a quelli impersonali (Van der Kolk et al, 1996;2005). L’ambiente familiare è quello maggiormente a rischio per sviluppare un trauma in un bambino o un adolescente rispetto alla comunità o nelle relazioni impersonali, e qualsiasi evento può risultare minaccioso o altamente traumatico.
Secondo dati statistici elaborati dall’Autorità garante dell’infanzia, Cismai e Terre des Hommes, 100 mila casi l’anno di abuso sui minori, circa una bambina su cinque e un bambino su venticinque prima dei 18 anni, quasi 15 al giorno tra quelli segnalati nel nostro Paese, di questi il 19% è vittima di violenza assistista, considerata la seconda forma di violenza sui minori. (Fonte:http://www.vita.it/it/article/2017/07/06/cismai-in-italia-un-bambino-su-5-e-maltrattato/143937/)
Paradossalmente, nella storia, emerge con chiarezza la resistenza nel riconoscere e poi legittimare l’esistenza del trauma psichico infantile e delle sue conseguenze nel corso dello sviluppo. (Lanius, Vermetten e Pain, 2012; Foti, 2007).
Il cervello memorizza il trauma e la persona che lo ha subito rimane imprigionata nella coazione a ripetere, cercando inconsciamente situazioni simili nel tentativo di risolverlo, finchè non viene affrontato in modo concreto e profondo per ritrovare se stessi e il proprio equilibrio. La risoluzione delle sofferenze infantili non soltanto influiscono sulla vita dell’individuo, ma determina anche la rimozione dei tabù della società.